ALPINO GIANLUIGI ZUCCHI
da Tradate (VA) classe 1900
Medaglia d'oro al valor militare
«Volontario di guerra diciassettenne, si offrì di far parte di un gruppo d’arditi che doveva eseguire una incursione nelle linee nemiche. Primo si slanciò all’assalto e combattendo con la baionetta e con bombe a mano fu di esempio ai compagni, che alla fine, sopraffatti, dovettero ritirarsi. Accortosi che l’ufficiale comandante era rimasto in mano nemica, invitò i compagni a seguirlo e slanciatosi di nuovo sui nemici impegnava una lotta corpo a corpo. Riuscito ad avvicinarsi al proprio ufficiale mentre un soldato austriaco stava per vibrargli un colpo di baionetta, prontamente slanciavasi e, facendo scudo del proprio corpo al suo superiore, riceveva, in pieno, il colpo a lui diretto. Ferito a morte, sul punto di esalare l’anima generosa, trovava ancora la forza di gridare: “Viva l’Italia”.»
Monte Valderoa, Monte Grappa, 14 gennaio 1918
SOTTOTENENTE GIACOMO BRUNENGO
da Pieve di Teco (IM) classe 1911
Medaglia d'oro al valor militare
“Comandante di plotone alpino, durante un violento attacco al nemico, superiore per numero e per mezzi, colpito da scheggia di mortaio che gli spezzava il braccio sinistro, continuava ad opporre tenace resistenza all'avversario e lo obbligava a ripiegare. Successivamente, incurante dell'intenso fuoco, sorridente e fiducioso della vittoria si lanciava alla testa del reparto al contrattacco con bombe a mano. Ferito una seconda volta, non desisteva dal combattimento, ma, rifornitosi di bombe si gettava nuovamente nella lotta e con l'esempio del suo indomito coraggio, reso ancor più evidente dalle sanguinanti ferite, centuplicava le forze e l'ardore combattivo dei suoi alpini, costringendo il nemico a fuggire ed a lasciare le armi sulla posizione. Mentre inseguiva l'avversario, una raffica di mitragliatrice lo colpiva al petto e stroncava la sua giovane, eroica esistenza. Fulgido esempio di virtù militare e amor patrio.”
Zona Peschlani - quota 739 di Monte Golico, fronte greco, 28 febbraio 1941
CAPORALE MAGGIORE FRANCESCO CESCATO
da Arsiè (BL) classe 1917
Medaglia d'oro al valor militare
“Graduato di eccezionali doti di comando, già decorato di medaglia d'argento al V.M. per atti compiuti su un altro fronte, aveva fatto della sua squadra uno sceltissimo reparto al quale venivano affidate le più rischiose imprese.
Durante un viole Caduto il capo arma tiratore, lo sostituiva prontamente concorrendo efficacemente con la tempestività e la precisione del fuoco a fronteggiare efficacemente l'aggressività avversaria. Nuovamente colpito, mentre con indomita tenacia persisteva nell'impari cruenta lotta, cadeva sul campo dell'onore.”
Fronte ovest Goulubaja Kriniza, fronte russo, 30 dicembre 1942 - 1° gennaio 1943
SOTTOTENENTE CARLETTO GAVOGLIO
da Genova classe 1916
Medaglia d'oro al valor militare
“Comandante di plotone fucilieri da lui forgiato al suo ardimento ed alla sua fede, incaricato di una audace e rischiosa azione notturna, benché scoperto e sottoposto ad un infernale fuoco di mortai e mitragliatrici nemiche, scattava, con estrema decisione, alla testa dei suoi uomini galvanizzati dall’eroico esempio, all’assalto di munita posizione. Ferito una prima volta, proseguiva impavido nella sua travolgente azione, colpito una seconda volta sdegnava ogni soccorso continuando a trascinare i suoi uomini fino a pochi metri dalle mitragliatrici nemiche. Una raffica in pieno petto frenava l’eroico slancio mentre stava balzando nella posizione avversaria, ma non smorzava l’ultimo incitamento alla lotta che riusciva a lanciare nell’estremo anelito di vita. Mirabile esempio di elevate virtù militari e di indomito valore.
Quota 176,4 sud di Nowo Kalitwa (Fronte russo), 30 dicembre 1942
SERGENTE MAGGIORE PAOLINO ZUCCHI
da Collalto di Tarcento (UD) classe 1915
Medaglia d'oro al valor militare
“Comandante di squadra fucilieri e vicecomandante di plotone, dotato di rare doti d'ardimento, trascinatore per eccellenza, già distintosi nella campagna d'Albania, ferito e decorato al V.M. s'offriva più volte volontario per colpi di mano nelle linee nemiche. Durante l'attacco ad una munita posizione, da più giorni teatro di lotte sanguinose, rivendicava l'onore di assaltare la postazione dominante la quota, cardine della difesa nemica. Incitava i suoi alpini col motto del Battaglione, affrontava con impeto travolgente la forte difesa e, trovando nella sua volontà di vittoria ascose energie, superava di corsa l'erto pendio ed il ciglio conteso. Primo fra i primi lanciava le sue bombe a mano contro i difensori che, sgomenti, si davano alla fuga. Incurante del rischio a cui si esponeva, per l'intera giornata, ritto in piedi sulla posizione, impartiva ordini alla squadra impegnata a respingere continui contrattacchi nemici, e personalmente scaricava con calma il suo moschetto sugli attaccanti, determinando con il suo esempio la fermezza dei dipendenti. Individuato e fatto segno al tiro di un pezzo anticarro, cercava a sua volta di precisare la postazione e rimaneva ritto al suo posto, finché colpito in pieno, immolava la sua giovinezza tutta spesa al servizio della Patria in armi. Magnifica figura di combattente che trovava nell'ardore della lotta vera ragione di vita.”
Quota Cividale di Nowo Kalitwa, fronte russo, 4 gennaio 1943
CAPITANO DARIO CHIARADIA
da Caneva di Sacile (UD) classe 1901
Medaglia d'oro al valor militare
“Volontario nella campagna di Grecia chiedeva insistentemente di poter partire per la Russia al comando di una compagnia alpina. Animatore di uomini sapeva forgiare il suo reparto al suo entusiasmo, alla sua fede, alla sua ansia di combattere per la maggiore gloria d'Italia. Durante violentissimo attacco nemico, vista cadere in mano avversaria una quota di vitale importanza per il nostro schieramento, raccolti parte degli uomini del suo reparto, decisamente si lanciava al contrassalto incurante del micidiale fuoco di armi automatiche, mortai ed artiglierie avversarie, risalendo alla testa dei suoi alpini, galvanizzati da tanto esempio, la martoriata quota, strappandola al nemico. Per più ore si faceva animatore dell'eroica difesa della postazione contro la violenta reazione del nemico, alpino tra i suoi alpini ai quali infondeva il suo spirito aggressivo, il suo cosciente sprezzo del pericolo, la sua tenacia, la sua incrollabile volontà di vittoria. Il giorno successivo ritornava rinnovando le epiche gesta del giorno precedente dalla medesima quota, riuscendo nuovamente a conquistarla. Colpito mortalmente con la visione del nemico in fuga, rifiutava ogni soccorso, preoccupandosi soltanto della sorte dei suoi alpini per i quali aveva ancora nobili parole di incitamento, di ardente fede. Magnifica figura di eroico soldato d'Italia.”
Quota Cividale di Nowo Kalitwa, fronte russo, 4-5 gennaio 1943